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Risiera di San Sabba

RENATO_RISIERA_anedtesto e regia Renato Sarti
da testimonianze di ex deportati raccolte da Marco Coslovich e Silva Bon
per l’IRSREC FVG
con Nicoletta RamorinoErnesto Rossi,
Rossana Mola/Irene SeriniRenato Sarti
brani musicali
Alfredo Lacosegliaz, Moni Ovadia
foto e video Miran Hrovatin, Alessio Zerial, Videoest, IRSREC FVG
Si ringrazia Mario Sillani
durata spettacolo 75 minuti

ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 1995
SEGNALATO SPECIALE E PREMIO PRODUZIONE RICCIONE PER IL TEATRO 1995
SOSTEGNO DI ANED (Associazione Nazionale Ex-Deportati) e ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani)

Pochi sanno cosa sia stata, in tutto il suo orrore, la Risiera di San Sabba a Trieste, unico lager nazista in Italia munito di forno crematorio (da tremila a cinquemila le vittime). Un colpevole oblio ha soffocato fin dall’immediato dopoguerra le voci, a volte ha inquinato le prove, di quanto accadde poco più di settant’anni fa. Quando gli storici triestini Marco Coslovich e Silva Bon dell’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli-Venezia Giulia mi hanno messo a disposizione le testimonianze dei sopravvissuti e le deposizioni dei carnefici (criminali nazisti responsabili fra l’altro dell’Aktion Reinhard, l’eliminazione di circa due milioni di ebrei in Polonia), mi sono immediatamente reso conto di avere fra le mani un patrimonio storico, sociale, politico e umano straordinario. Un patrimonio che, a differenza di quanto successo in precedenza, non andava dilapidato bensì valorizzato. Una visione “dal basso” e “dal di dentro” di quei terribili avvenimenti, espressa con un linguaggio del tutto particolare. «Credo che ogni persona dovrebbe sapere e non dimenticare» afferma uno dei sopravvissuti. Questa frase l’abbiamo fatta nostra nella speranza che, in nome dei valori che ispirarono la Resistenza e la lotta di Liberazione, la memoria storica di quel passato possa fare da argine, oggi, contro nuovi e pericolosissimi fenomeni nazionalistici, razzisti, fascisti e xenofobi.

Renato Sarti

Una delle cose più turpi, più tragiche dell’Europa, ma in particolare di questo paese, è il fatto della dimenticanza, di non avere una testimonianza viva, di non tenere vivo il ricordo di alcune cose che sono invece fondamentali. Le nuove generazioni nascono nell’oblio. Io quando posso, in qualsiasi circostanza, ricordo e dico: «Guardate che il presente e il futuro nascono anche dalla memoria del passato, per criticarlo magari, ma per conoscerlo».

Giorgio Strehler

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