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STAGIONE 2023/24
Nessun spettacolo in programma

Chicago Boys | 8 – 19 novembre

Spettacolo in abbonamento

05_Chicago Boystesto e regia Renato Sarti
con Massimiliano Loizzi, Elena Novoselova
scena e costumi Carlo Sala
video realizzati in collaborazione con Fabio Bettonica e N.A.B.A.
produzione Teatro della Cooperativa
con il sostegno di Regione Lombardia – Progetto Next
in collaborazione con La Corte Ospitale
si ringraziano RAI3 – Report, Andrea Di Stefano, Bebo Storti
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Attenzione: a causa di problemi di salute, le repliche del 9/11 e del 10/11 sono sospese.
Lo spettacolo riprenderà regolarmente sabato 11/11.

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La biglietteria comunicherà telefonicamente agli acquirenti la procedura per il rimborso. Qualora non doveste ricevere alcuna delucidazione in giornata, vi invitiamo a contattarci allo . Ci scusiamo per il disagio. Vi ringraziamo per la collaborazione e speriamo di rivedervi nei giorni a venire.

-Nel 2004 Milena Gabanelli mi commissionò, per la trasmissione di RAI3 Report, un cortometraggio sul tema della privatizzazione. I venti minuti di quel video si svilupparono in seguito nello spettacolo teatrale Chicago boys, ispirato al gruppo di economisti che, negli anni Settanta, si formò sotto la guida di Milton Friedman, teorico, tra gli altri, della teoria neoliberista.

 Il teatro epico e grottesco di Sarti ricorda quello politico di Erwin Piscator e il suo formidabile ‘Chicago boys’ è riuscito a raccontare con mezzi scarni ma poderosi l’intera epopea del capitalismo gangsteristico che, usando cinicamente ogni mezzo, dalla guerra alla catastrofe naturale, dalla menzogna mediatica al ricatto della sicurezza, è riuscito ad asservire e sfruttare gli uomini privandoli della loro dignità. Oltre al contenuto e alla denuncia sociale questo spettacolo è meraviglioso; ha una crescita drammaturgica e spettacolare che ti spiazza e che non ti aspetti: partendo infatti in una direzione molto forte ci si aspetterebbe che il tono rimanga quello per tutta la durata;
invece no, cresce lasciandoti senza parole
.”

Moni Ovadia

Un rapporto delle Nazioni Unite sulla povertà mondiale rivela che ogni giorno muoiono più di 5.000 bambini per mancanza di acqua potabile, privazioni, guerre, malattie e mancanza di medicinali.
Il protagonista di “Chicago Boys” è uno spietato finanziere capitalista appartenente a quello 0,10% circa di abitanti del pianeta che continua ad accumulare patrimoni immani a discapito del resto della popolazione mondiale.
In un rifugio anti-atomico, immerso non a caso nelle acque putride di una vasca da bagno, questo faccendiere, in compagnia della sua escort russa, vive, mangia e si disseta, compra azioni e discetta a sostegno dell’ideologia neoliberista cercando, con una sorta di conferenza strampalata e senza lieto fine, di adescare nuovi adepti tra il pubblico.
Le idee di Friedman, premio Nobel per l’economia nel 1976,hanno influenzato le politiche di Ronald Reagan e di Margaret Thatcher, ma anche quelle di tanti altri paesi come il Cile, l’Argentina, la Russia, la Polonia, la Cina e non solo.
Le grandi multinazionali da tempo hanno diretto le loro attenzioni su risorse essenziali e primarie come l’acqua, e dopo il trattato di Kyoto, persino sull’aria.
Ma una stampella non può camminare da sola. Queste politiche economiche sono state imposte grazie a golpe e spietate dittature, caratterizzate da sanguinose repressioni di piazza, quando non da arresti, torture e desaparecidos.
“Chicago Boys” è uno spettacolo che attraverso il motto “pubblicizzare le perdite e privatizzare i guadagni” ci invita a riflettere sulla folle corsa del consumismo e della speculazione finanziaria, per opporre al detto “libera volpe in libero pollaio” la saggezza di un proverbio greco che dice: “Se vedi che non ti sazi, fermati!”.
Ne va della salute di tutti, compresa quella del nostro pianeta, ormai vicino al collasso.

Renato Sarti

 

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