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Spettacoli prosa 13/14
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nostra italia del miracolo

15 e 16 dicembre 2013
coproduzione TrentoSpettacoli/Arkadis
NOSTRA ITALIA DEL MIRACOLO
Omaggio a Camilla Cederna
con Maura Pettorruso
drammaturgia e regia Giulio Costa

Lunedì 16 dicembre incontro Piazza Fontana e Camilla Cederna: 44 anni dopo
Con ospiti:

- Carlo Arnoldi (presidente ‘Associazione Familiari vittime Piazza Fontana’)
- Piero Scaramucci (giornalista e scrittore)
- Silvia Pinelli (figlia di Giuseppe)
- Mauro Decortes (Circolo anarchico ‘Ponte della Ghisolfa’)

modera Renato Sarti (direttore artistico del Teatro della Cooperativa)

“Tutto m’indigna oggi, il processo di decomposizione sociale che attraversa il nostro Paese, il cinismo sprezzante dei nostri uomini politici… Da noi il nemico primo della libertà è il potere. Guai a chi perde la capacità di indignarsi. Chi non ha sdegno non ha ingegno.” Le parole di Camilla Cederna, giornalista di costume e società dal fascismo in avanti, sono il punto di partenza di un insolito giro d’Italia fatto di tappe marginali, incontri imprevedibili, scalate e volate improvvise, in quell’eterno presente che fa da luogo comune all’articolo di giornale e al palcoscenico. Dalla guerra alla Liberazione, dal boom economico agli anni di piombo, dalle televisioni commerciali alle piogge acide, Camilla Cederna ci racconta una società che cambia a velocità impressionante; col suo occhio attento la registra, la descrive, la svela, attraverso immagini vivissime, spiazzanti e incredibilmente reali. E con un’ironia pungente e mai scontata lascia affiorare qualcosa di più profondo, concreto e universale: l’Italia. O meglio, l’italiano. Quello che corre sfrenatamente verso il gradino più alto, una volta. Quello che raccatta i suoi entusiasmi, si rimbocca le maniche e torna al gradino più basso, oggi. Perché scegliere di parlare di e attraverso Camilla Cederna? Camilla è donna, pienamente e fieramente. Non si “traveste” da uomo per aumentare la sua credibilità nel mondo “maschilista” a cui appartiene (quello del giornalismo). È una donna “femminile”: si veste alla moda, è sempre truccata, pettinata, ingioiellata. Camilla è donna senza rinunce. Colta e raffinata, orgogliosa e sicura di sé, benestante e milanese, in anni caldi e pericolosi nell’Italia che cambia, Camilla sembra l’antitesi della donna rivoluzionaria che lotta nelle piazze. In realtà anche Camilla si arrabbia e si indigna, ma la sua arma è la penna, precisa, tagliente, affilata dall’intelligente occhio con cui osserva il mondo. Camilla è una giornalista senza mezzi termini. Giornalista per passione, per amore, per professione. Camilla Cederna. Donna coraggio 

“… Era il 1946. Iniziava, allora, l’era dei rotocalchi: Tempo, Oggi, Europeo […]. Il giornalismo era, allora, fisiologicamente maschilista, non si accorgeva neppure di esserlo tanto era radicata l’idea che quello fosse un lavoro per soli uomini. Ma Camilla era così nativamente ‘dentro’ al mestiere, così straordinaria di scrittura, di colpo d’occhio (qualità che distingue il grande testimone dal cronista), di umiltà nel guardare e annotare, che non deve avere molto sofferto di quella sua ‘unicità’, di essere stata, a suo modo, un’apripista, non deve essere stata costretta a sgomitare: virtù carrieristica che non apparteneva al suo carattere. All’Europeo e, più tardi, all’Espresso di Arrigo Benedetti, di Eugenio Scalfari, di Livio Zanetti nasce ‘la Cederna’ (nelle redazioni e fra i lettori la si chiamava così, milanesemente) che narra il continente della mondanità, dei salotti, in anni di restaurazione, di pescecanismo, di fragorosi miracoli economici, di sbandierati vestitoni scaligeri, di pettegolezzi sul verme solitario ingoiato da Maria Callas per dimagrire, di una Milano smaniosa di buttare al macero il suo rituale pudore della ricchezza e di esibirsi. […] La prima, grande, giornalista moderna del nostro Paese, Camilla non fu mai la donna in carriera, la severa fustigatrice di costumi, l’eventualmente sgradevole professionista arrivata al top, che volentieri bacchetta, predica o stigmatizza intorno a sé. […] Nessuna come la Cederna sapeva presentarsi all’assemblea universitaria più arrabbiata e parlare di qualcuno dei suoi battaglieri libri con triple perle al collo e il tono piano e sorridente di un’amica di famiglia piacevolmente sorpresa di trovarsi in mezzo a tanti bei ragazzi. O se la si incontrava per strada la mattina di un giorno di Scala, solo lei era capace di commentare, ironica, controllando nella vetrina il suo monumento di capelli appena usciti dalle mani del parrucchiere: ‘Non mi abbracciare e non farmi ridere perché sono già pettinata e truccata per stasera’.” Tratto da “Un’apripista senza paura in un mondo che allora era riservato ai soli uomini” di Guido Vergani, Isabella Bossi Fedrigotti, Maurizio Caprara. Le parole di Camilla Cederna, giornalista colta, raffinata e indignata, sono il punto dipartenza di un insolito giro d’Italia fatto di tappe marginali, incontri imprevedibili, scalate e volate improvvise, in quell’eterno presente che fa da luogo comune all’articolo di giornale e al palcoscenico. Quasi un secolo di storia italiana raccontato attraverso immagini vivissime, spiazzanti e con un’ironia pungente che lascia affiorare qualcosa di più profondo, concreto e universale: l’Italia. O meglio, l’italiano.

ORARIO SPETTACOLI:

dom | lun: 20.45

Info e prenotazioni: 02 64749997
e-mail: info@teatrodellacooperativa.it
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