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Spettacoli prosa 12/13
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sarabanda

dal 26 al 30 settembre al Teatro della Cooperativa PRIMA NAZIONALE

dal 3 al 7 ottobre al Teatro Franco Parenti

produzione Associazione Pier Lombardo
in collaborazione con Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Milano
e con Teatro della Cooperativa

SARABANDA
Progetto multietnico con 12 performers provenienti da etnie differenti
dall’ omonimo testo di Salvatore Veca
drammaturgia Salvatore Veca e Laura Pasetti
regia Laura Pasetti
con Kacem El  Attioui (liuto, percussioni), Marocco, Mohamed Ba (attore, musicista), Senegal, Ilunga Martin, Zambia, Aram Ghasemi (danza, tamburo), Iran, Isabella Picchioni (recitazione, percussioni, canto), Iran, Deniz Azhar Azari (canto, recitazione, flauto), Iran, Mavis Castellanos (danza, percussioni), Cuba, Odelyse Cruz Perez (clave, danza), Cuba, Yordi Cagua (canto, chitarra), Equador Lisa Capaccioli, Italia, Davide Del Grosso (attore) Italia, Nicola Ciaffoni (trombone, chitarra, canto), Italia

foto di Emiliano Boga


Un rumore d’acqua, rumore di una barca sull’acqua, poi luce, non c’è la barca ma ci sono tanti occhi, tutti rivolti nella stessa direzione con i corpi che ondeggiano come i pensieri che ondeggiano. Musica. Di voci che parlano insieme. Lingue diverse, che si intrecciano, si accavallano, si sciolgono, scivolano via con le immagini che evocano. Sarabanda è un coro di immagini evocate dalle parole che diventano ricordi, paure, bisogni. Gli attori raccontano attraverso quelle parole, le immagini di altri rappresentati da loro. Uomini e donne che evocano altri uomini e altre donne, frammenti di storie recitate in coro con qualche voce solista che ogni tanto rompe il silenzio. Immagini veloci di volti, paesaggi di rughe, labbra e occhi, soprattutto occhi, alternate all’immagine dell’acqua, evocata dal suono, forse proiettata sul fondo della scena, forse solo raccontata. Acqua come memoria, come respiro, come emozione. Alcune frasi si ripetono, alcune immagini create dagli attori si ripetono come ricordi che diventano più nitidi o più sfocati. La ripetizione delle frasi è come un giro di valzer che ritorna, ma anche come un tormento che ritorna. Una canzone stonata che non esce dalla testa. Ognuno racconta a modo suo la stessa storia: lasciare alle spalle il passato, scivolare sul presente, immergersi nel futuro, in apnea. Ognuno porta una pesante valigia, chi una carriola, chi un sacco.
Dentro cartoline postali, parole, luoghi, frasi ripetute e canzoni.Uno spettacolo costruito sulle individualità degli attori e sulla loro capacità di raccontare con il corpo, con la voce, con la musica, con la danza cosa significa morire, per vivere. E amare, per non morire di nuovo.Le individualità degli attori costruiranno il coro che è la forza del loro racconto, rappresenta la consapevolezza del passato, e la barca sulla quale stanno tutti insieme e anche il legame che li tiene uniti e la saggezza dell’esperienza accumulata tra tutti e convogliata dentro la figura di un vecchio. L’immagine della fine, e di chi ricomincia da capo.

Durata: 75 minuti

Ringraziamo l’Associazione NAGATerre des hommes per la preziosa collaborazione.

In occasione della replica di sabato 29 luglio, nel foyer del Teatro sarà allestito un banchetto dove sarà possibile sottoscrivere donazioni per sostenere l’attività di NAGA.

 

Info e prenotazioni: 02 64749997
e-mail:
info@teatrodellacooperativa.it

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