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<I me ciamava per nome: 44.787 - Risiera di San Sabba>

AL TEATRO FRANCO PARENTI

<I me ciamava per nome: 44.787 - Risiera di San Sabba>

TEATRO FRANCO PARENTI

produzione Teatro della Cooperativa
testo e regia Renato Sarti
da testimonianze di ex deportati raccolte da Marco Coslovich e Silva Bon per l’Irsml FVG
con Nicoletta Ramorino, Ernesto Rossi, Rossana Mola, Renato Sarti
brani musicali Alfredo Lacosegliaz, Moni Ovadia
foto e video Miran Hrovatin, Alessio Zerial, Videoest, IrsmlFVG

ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
SEGNALAZIONE SPECIALE E PREMIO PRODUZIONE 43° PREMIO RICCIONE PER IL TEATRO
CON IL SOSTEGNO DI ANED E ANPI

INSERITO IN INVITO A TEATRO

“La sa cossa che xe sta duro? Chi no’ ga provà no’ so se la verità ghee xe entrada. Comunque no’ se ga parlà ‘ssai, questo sia ben ciaro!”

Pochi sanno cosa sia stata, in tutto il suo orrore, la Risiera di San Sabba a Trieste, unico lager nazista in Italia munito di forno crematorio (da tremila a cinquemila le vittime).
Un colpevole oblio ha soffocato fin dall’immediato dopoguerra le voci, a volte ha inquinato le prove, di quanto accadde poco più di settant’anni fa.
Quando gli storici triestini Marco Coslovich e Silva Bon dell’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli-Venezia Giulia mi hanno messo a disposizione le testimonianze dei sopravvissuti e le deposizioni dei carnefici (criminali nazisti responsabili fra l’altro dell’Aktion Reinhard, l’eliminazione di circa due milioni di ebrei in Polonia), mi sono immediatamente reso conto di avere fra le mani un patrimonio storico, sociale, politico e umano straordinario. Un patrimonio che, a differenza di quanto successo in precedenza, non andava dilapidato bensì valorizzato. Una visione “dal basso” e “dal di dentro” di quei terribili avvenimenti, espressa con un linguaggio del tutto particolare. «Credo che ogni persona dovrebbe sapere e non dimenticare» afferma uno dei sopravvissuti. Questa frase l’abbiamo fatta nostra nella speranza che, in nome dei valori che ispirarono la Resistenza e la lotta di Liberazione, la memoria storica di quel passato possa fare da argine, oggi, contro nuovi e pericolosissimi fenomeni nazionalistici, razzisti, fascisti e xenofobi.

Renato Sarti

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INFO E PRENOTAZIONI: 02 59995206 – biglietteria@teatrofrancoparenti.it

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