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2010/2011 archivio
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CHICAGO BOYS

dal 7 al 19 giugno 2011 AL TEATRO DELL’ELFO

produzione Teatro della Cooperativa
con il sostegno di Regione Lombardia – Progetto Next
in collaborazione con La Corte Ospitale
CHICAGO BOYS

di Renato Sarti con la collaborazione di Bebo Storti
regia Renato Sarti
con Renato Sarti, Elena Novoselova
scene e costumi Carlo Sala
video realizzati in collaborazione con Fabio Bettonica
e N.A.B.A. – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano

Spettacolo inserito in Invito a Teatro

“Ad un miracolo economico corrispondono schiavitù e miseria per la popolazione? Sì!”
Con questa frase comincia Chicago boys, una specie di conferenza “strampalata, senza lieto fine” che si svolge in un rifugio antiatomico. Una esaltazione surreale del capitalismo, del consumismo e della liberalizzazione più sfrenata.
I Chicago boys sono stati un gruppo di economisti formatosi negli anni Settanta presso l’Università di Chicago, sotto l’egida del grande guru del liberismo, Milton Friedman, nobel per l’economia nel 1976. Friedman e i suoi seguaci esercitarono una profonda influenza sulle politiche economiche di molti Stati, primi fra tutti gli USA del presidente Ronald Reagan e l’Inghilterra del primo ministro Margaret Thatcher e poi dal Cile all’Argentina, dal Brasile alla Polonia, dalla Cina alla Russia, ecc. “Ma una stampella può camminar da sola?”. No. L’imposizione di questo tipo di economia è sempre stata preceduta e accompagnata da golpe, da spietate dittature, da sanguinose repressioni di piazza, dai desaparecidos, dalla tortura.
Chiamare privatizzazioni le grandi razzie compiute nei confronti dei paesi poveri è un eufemismo. Queste politiche economiche hanno significato licenziamenti, diminuzione degli stipendi, delle pensioni, degli ammortizzatori e delle garanzie sociali, ma anche aumento dell’alcoolismo, delle tossicodipendenze, dei malati di AIDS, della prostituzione minorile, della miseria, della malavita, degli omicidi e dei suicidi. Negli ultimi decenni le grandi multinazionali hanno puntato l’attenzione pure su materie prime, come l’acqua, mentre un rapporto delle Nazioni Unite sulla povertà mondiale rivela che ogni giorno muoiono 4.900 bambini per mancanza di acqua potabile.
Il nostro protagonista sguazza (mangia e si disseta) in una vasca, stile catafalco, piena d’acqua imputridita dai suoi stessi rifiuti. Al suo fianco una prostituta/cameriera russa. Fra le anguste pareti del rifugio si consuma fra i due una lotta senza esclusione di colpi, una sorta di paradossale, e letale guerra fredda, formato mignon.
“Pubblicizzare le perdite e privatizzare i guadagni”. Il buon capitalista cade sempre in piedi. Uno spettacolo che al motto “Libera volpe in libero pollaio”, contrappone il proverbio greco: “Se vedi che non ti sazi, fermati!”.

Renato Sarti

 

RASSEGNA STAMPA ESSENZIALE

Non sarebbe male spedire i 302 deputati che hanno appena approvato la privatizzazione dei servizi idrici a vedersi Chicago Boys […] La tiratona antiliberista che Sarti è riuscito a condensare in un testo teatrale è davvero di prodigiosa divulgazione.

Francesco Bonazzi, Il Fatto quotidiano

Renato Sarti, instancabile ispiratore e anima non solo del Teatro della Cooperativa ma di quella Milano underground e controcorrente che ogni sera va in scena fra il silenzio mediatico e, spesso, anche della critica, dà in questa «Chicago Boys» una prova attoriale di grande forza e spessore . Una feroce satira al neoliberismo, su scala mondiale. […] Sarti incarna il capitalismo più « sporco», quello senza remore etiche o morali. Spietato, con gli uomini e con l’ambiente […] una «contro-storia» degli ultimi decenni.

Luca Vido, Il Giorno

Renato Sarti colpisce nel segno con un teatro politico virato in grottesco […] Si ride con l’orrore nel cuore.

Claudia Cannella, Vivimilano

Un cabaret tragico che gronda humor nero come da miglior tradizione grottesca. Uno spettacolo volutamente disturbante […], con un’indiscutibile qualità: arrivare dritto alla pancia del pubblico risvegliando l’indignazione […] Era dai tempi di Mai morti che la sua rabbia e il suo impegno civile non si coagulavano in uno spettacolo popolare tanto efficace.

Sara Chiappori, La Repubblica

NUOVE RECENSIONI

La recensione di Magda Poli sul Corriere della Sera

La recensione di Filippo Pinò su persinsala.it

 

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