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“La mia speranza è che un uomo vero, o una donna, legga e si ponga in difesa di chi, come si deve dire al mondo, regole per sportivi uguali per tutti. E non sono un falso, mi sento ferito, e tutti i ragazzi che mi credevano, devono parlare.”
Marco Pantani conclude con queste parole lo sfogo sul suo passaporto a Cuba e pensando a questa frase lo spettacolo “D5, Pantani” diventa uno spettacolo che è “molto più di uno spettacolo”.
Mossi dall’intento di denunciare la storia di Pantani, tramite Change.org sono state promosse dalla compagnia D5 due petizioni:
- una il 14 febbraio 2016 , anniversario della scomparsa di Marco, per evitare l’archiviazione delle indagini sulla sua morte avvenuta nella stanza D5 del residence Le Rose di Rimini;
- l’altra il 5 Giugno 2016, anniversario dei controlli antidoping di Madonna di Campiglio che estromisero Marco dal Giro d’Italia 1999, per evitare l’archiviazione delle indagini relative all’intervento della camorra per contraffarne i risultati.
La “battaglia artistica” della compagnia D5 dunque, oltre a interessare un pubblico che cerca esclusivamente l’intrattenimento, si propone anche a chi si sente parte della vicenda Pantani, dei tifosi dell’uomo, del campione, di chi segue il ciclismo e di semplici appassionati dello sport.
Di questa battaglia, della vicenda e del Giro d’Italia si discuterà con la mamma di Marco, con il legale della famiglia Pantani e con Francesco Ceniti, giornalista de La Gazzetta dello Sport e consulente della rappresentazione teatrale, che si svolgerà domenica 28 maggio alle 20.30, il giorno della conclusione di questo centesimo Giro d’Italia.
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