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STAGIONE 2023/24
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(TRA PARENTESI) | 11 – 13 marzo

LA VERA STORIA DI UN’IMPENSABILE LIBERAZIONE

15_tra parentesi
di e con Massimo Cirri e Peppe Dell’Acqua
regia di Erika Rossi
luci Alessandro Macorigh
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
foto Fabrizio Caperchi

LE REPLICHE ANDRANNO IN SCENA ALLE 21:00
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Dopo la applauditissima prima edizione – varata nel 2018, in occasione del quarantennale della legge Basaglia – il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia riprende in sede e in tournée la fortunata produzione “(Tra parentesi) La vera storia di un’impensabile liberazione” scritta e interpretata da Massimo Cirri e Peppe Dell’Acqua e diretta da Erika Rossi. L’occasione è ancora una volta quella di fare omaggio a Franco Basaglia, nel centenario della sua nascita (1924-2024), ricordandone la professionalità, l’umanità, le fondamentali intuizioni così “rivoluzionarie” per la cura e la dignità dei malati.

In particolare in una regione come il Friuli Venezia Giulia, e in una città  – Trieste – dove l’azione e la “rivoluzione” di Franco Basaglia sono state tanto significative, ricordare ed essere consapevoli di tutto questo è fondamentale.
Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia prende parte a tale riflessione con i propri strumenti: quelli del palcoscenico, del linguaggio teatrale, che può diventare più di ogni altra arte la chiave per addentrarsi in ambiti solo apparentemente lontani.

Ecco allora “(Tra parentesi) la vera storia di un’impensabile liberazione”, che sgorga dall’inestimabile apporto di due autori e protagonisti inconsueti, ma che possiedono un punto di vista privilegiato e importante sul tema: Massimo Cirri e Peppe Dell’Acqua.

Gorizia, 16 novembre 1961. Un medico di 37 anni entra nel manicomio di Gorizia. Ci sono viali alberati, muri, reparti, e porte chiuse. Lui si chiama Franco Basaglia: sarà il nuovo Direttore. Quello che vede lo disorienta e lo sconcerta. Di fronte a tanta violenza vorrebbe scappare via. Per restare, non può che scommettere il suo potere di direttore per cambiare ogni cosa.
Roma, maggio 1978. In un’Italia ancora scossa per l’assassinio del presidente Aldo Moro, il Parlamento approva la legge 180. Si tratta dell’atto di nascita della riforma psichiatrica, che ridisegna lo statuto giuridico dei malati di mente e stabilisce la chiusura degli ospedali psichiatrici. La riforma rappresenta un punto di arrivo di un ampio movimento sociale, formato in larga misura da operatori, che da alcuni anni si battono per la chiusura dei manicomi. Leader di questo movimento è Franco Basaglia.

Massimo Cirri e Peppe Dell’Acqua raccontano un po’ di questa Storia e dei suoi mille intrecci e delle tante storie minime di uomini e di donne che l’internamento hanno vissuto. Una storia che non è finita, che non potrà mai finire. Lo fanno dialogando, per l’idea (basagliana?) che si riesca a dire qualcosa di più quando c’è un’incontro, uno scambio, una narrazione.

Questi due ‘matti’ decidono di esporsi e mettere in campo la loro storia, la loro esperienza, tentando di colmare il vuoto di memoria che nel corso degli ultimi decenni si è creato intorno al cambiamento più radicale che si è realizzato nel nostro Paese.

Oggi benché l’esperienza italiana abbia influenzato le culture in ogni angolo del mondo, le politiche della salute mentale vivono in tutte le nostre regioni un calo di investimenti di risorse e di interesse. Il manicomio si ricompone nelle diagnosi, nei luoghi angusti della cura, nell’abbandono, nella restrizione delle libertà e dei diritti che proprio la legge aveva posto come premessa per accogliere e trattenere nelle relazioni le persone che vivono l’esperienza del disturbo mentale.

La conoscenza di quanto è accaduto e di quanto può (e deve) ancora accadere va diffusa. La scommessa di Massimo e Peppe nasce dalla consapevolezza che con Franco Basaglia si è aperta la possibilità di incontrare l’altro. Da allora con fatica cerchiamo di realizzare una società che contenga sia la normalità che la follia.

La conversazione può finalmente cominciare.

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