Via Hermada, 8 – 20162 Milano -
uno spettacolo di e con Massimiliano Speziani
testo Renato Gabrielli
spazio a cura di Luigi Mattiazzi
assistente alla regia Virginia Landi
Estrarre la magia dal nulla, o quasi nulla: è così che funziona la vera arte. Finisce lo spettacolo e non ti rimane nulla, o quasi nulla, soltanto un senso di magia leggero e lo stupore di essere vivo, ancora.
Una favola malinconica e lucida, mai disperata che reagisce all’oscura incertezza del nostro presente. Scritto di getto da Renato Gabrielli durante il lockdown milanese per Massimiliano Speziani, che ha cominciato a metterlo in prova già nello stesso periodo, davanti ai condomini riuniti (a regolamentare distanza), Nessun miracolo a Milano è nato “nei cortili”, proprio come la rassegna omonima organizzata durante l’estate dal Teatro della Cooperativa. Uno dei tanti modi trovati dagli artisti costretti lontani dai palcoscenici per portare lo spettacolo a chi non poteva accedervi in altro modo. Un “fil rouge” che collega forme diverse di resistenza artistica contro l’emergenza Covid, per inaugurare questa nuova, imprevedibile stagione.
A Milano, in un futuro non molto lontano, davanti alle rovine di un centro per l’arte contemporanea, Ferdy, un inquieto uomo di mezz’età, intrattiene un gruppo di bambini nell’attesa dell’improbabile ritorno dal cielo, a cavallo di una scopa, di un suo amico e mentore di tanti anni fa. Quell’amico si chiama Totò, proprio come il protagonista di Miracolo a Milano di Zavattini e De Sica. Ma la storia che Ferdy ricorda, o forse inventa lì per lì, è completamente diversa da quella del film.
È la storia del problematico, doloroso passaggio di testimone da una generazione che ancora credeva nel potere trasformativo della fantasia, dello spettacolo, dell’arte, a una generazione che riesce solo ad averne nostalgia. Nel rievocare le antiche imprese di questo Totò – non sempre “buono” nella sua strenua opposizione ai detentori della ricchezza e del potere – Ferdy manifesta davanti al pubblico la propria inadeguatezza, a tratti penosa, a tratti buffa, a raccoglierne l’eredità. Straordinario uomo di spettacolo, Totò sapeva divertire e incantare grandi e piccini (tra cui lo stesso Ferdy) con gag all’apparenza ingenue e vecchi trucchi artigianali. Trucchi – non miracoli. Perché i miracoli non esistono, non sono mai esistiti, tanto meno a Milano.
Durante le serate di spettacolo, sarà possibile ammirare alcuni acquerelli realizzati da Massimiliano Speziani:
“Durante il lockdown, molti hanno ritrovato (o provato per la prima volta) una passione artistica dalla quale si sono sempre sentiti attratti ma in cui non avevano mai osato cimentarsi per pudore, mancanza di tempo, o semplicemente per scarsa fiducia nelle proprie possibilità. La pittura, il disegno, è stato il personale “ingaggio” con una disciplina altra. Sono emerse similitudini e analogie con il lavoro dell’attore. In particolare l’acquerello ha rappresentato, con l’intrinseca difficoltà e al contempo la semplicità delle sue tecniche, il terreno fertile di confronto e studio. È nata la consuetudine, durante l’allestimento di questo lavoro, di dedicare momenti alla pittura come complemento, integrazione delle prove. Termini come trasparenza, luminosità, leggerezza indicano bene la qualità di un agire teatrale come quello di un andamento pittorico . Entrambe le discipline richiedono lievità e precisione del gesto; fluidità nel liberare l’impulso; un lavoro continuo a togliere, per suggerire ed evocare l’essenziale, sfuggente e cangiante come l’acqua, l’acqua su cui galleggia questa città, l’acqua che tanto amava il protagonista assente ed evocato, di Nessun Miracolo a Milano”
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