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I me ciamava per nome: 44.787 – in streaming

In occasione del Giorno della Memoria Teatro della Cooperativa, ANED, ANPI e Istituto Nazionale Ferruccio Parri saranno promotori di un’importante iniziativa.

A partire dal pomeriggio del 27 gennaio verrà messo a disposizione gratuitamente in streaming lo spettacolo di Renato Sarti I me ciamava per nome: 44.787 – Risiera di San Sabba, nato dalla raccolta delle testimonianze dei sopravvissuti e delle deposizioni dei carnefici per raccontare l’orrore dell’unico lager nazista in Europa munito di forno crematorio situato all’interno di una città (Trieste), dove furono assassinate tra le duemila e le cinquemila persone, per la maggior parte civili. Lo spettacolo sarà visibile sul canale youtube del teatro: basta cliccare qui!

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I ME CIAMAVA PER NOME: 44.787 – Risiera di San Sabba

testo e regia Renato Sarti
da testimonianze di ex deportati raccolte da Marco Coslovich e Silva Bon per l’IRSREC FVG
con Nicoletta RamorinoErnesto RossiRossana MolaRenato Sarti
brani musicali Alfredo Lacosegliaz, Moni Ovadia
foto e video Miran Hrovatin, Alessio Zerial, Videoest, IRSREC FVG
Si ringrazia Mario Sillani
ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 1995
SEGNALATO SPECIALE E PREMIO PRODUZIONE RICCIONE PER IL TEATRO 1995
SOSTEGNO DI ANED (Associazione Nazionale Ex-Deportati) e ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani)

Pochi sanno cosa sia stata, in tutto il suo orrore, la Risiera di San Sabba a Trieste, unico lager nazista in Italia munito di forno crematorio (da tremila a cinquemila le vittime). Un colpevole oblio ha soffocato fin dall’immediato dopoguerra le voci, a volte ha inquinato le prove, di quanto accadde poco più di settant’anni fa. Quando gli storici triestini Marco Coslovich e Silva Bon dell’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli-Venezia Giulia mi hanno messo a disposizione le testimonianze dei sopravvissuti e le deposizioni dei carnefici (criminali nazisti responsabili fra l’altro dell’Aktion Reinhard, l’eliminazione di circa due milioni di ebrei in Polonia), mi sono immediatamente reso conto di avere fra le mani un patrimonio storico, sociale, politico e umano straordinario. Un patrimonio che, a differenza di quanto successo in precedenza, non andava dilapidato bensì valorizzato. Una visione “dal basso” e “dal di dentro” di quei terribili avvenimenti, espressa con un linguaggio del tutto particolare. «Credo che ogni persona dovrebbe sapere e non dimenticare» afferma uno dei sopravvissuti. Questa frase l’abbiamo fatta nostra nella speranza che, in nome dei valori che ispirarono la Resistenza e la lotta di Liberazione, la memoria storica di quel passato possa fare da argine, oggi, contro nuovi e pericolosissimi fenomeni nazionalistici, razzisti, fascisti e xenofobi.

Renato Sarti

 

Una delle cose più turpi, più tragiche dell’Europa, ma in particolare di questo paese, è il fatto della dimenticanza, di non avere una testimonianza viva, di non tenere vivo il ricordo di alcune cose che sono invece fondamentali. Le nuove generazioni nascono nell’oblio. Io quando posso, in qualsiasi circostanza, ricordo e dico: «Guardate che il presente e il futuro nascono anche dalla memoria del passato, per criticarlo magari, ma per conoscerlo».

Giorgio Strehler

Il testo ha conseguito la Segnalazione Speciale e il Premio Produzione al 43° Premio Riccione per il Teatro. Motivazione: “…un esempio di teatro-documento, una straordinaria raccolta di incredibili testimonianze, secondo la cronologia degli avvenimenti, durante e anche dopo i fatti, su vittime e carnefici della persecuzione nazista contro le minoranze discriminate di Trieste”.

 

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