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Presentazione Stagione 14/15 – “FRANCA RAME”

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Oggi vorrei offrirvi questo scritto in cui Franca racconta la storia della famiglia Rame, attori da più di quattro secoli, e le cui radici risalgono addirittura alla Commedia dell’Arte.

Dario Fo

“Nella mia famiglia eravamo tutti attori e andavamo recitando nell’alta Lombardia. Il repertorio di questo gruppo era talmente ricco di commedie, drammi, farse, da permettere alla compagnia di recitare per mesi sulla stessa piazza, cambiando spettacolo ogni sera. Nessuno di noi aveva bisogno di ripassarsi la parte, conoscevamo a memoria ogni testo!

Il poeta di compagnia, che era lo zio Tommaso, riuniva gli attori e distribuiva i ruoli, ricordava la trama descrivendola per quadri e atti, quindi affiggeva in quinta la scaletta dove erano scritte le varie entrate e l’argomento di ogni scena. Succedeva anche che si allestisse un lavoro completamente nuovo tratto da un fatto di cronaca o da un romanzo. Lo zio-poeta, allora, leggeva ai componenti della compagnia il canovaccio da lui approntato, corredandolo di tutti i particolari più vivaci e interessanti, quindi distribuiva i ruoli. Non si eseguivano prove di sorta, si saliva sul palcoscenico e, dopo aver dato un’occhiata alla scaletta delle sequenze e delle entrate, si partiva completamente all’improvviso. O, come dicevamo nella mia famiglia, all’improvvisa.

Ognuno conosceva un’infinità di dialoghi appropriati che naturalmente variava per l’occasione; e soprattutto conosceva a menadito i soggetti d’apertura e di chiusura, cioè le frasi e i gesti convenzionali che avvertivano gli altri interpreti delle varianti, dei cambi di situazione o dell’approssimarsi di un finale di quadro, d’atto o di spettacolo.

Ma se l’attore non possedeva l’innesto della fantasia e del famigerato dono dell’andare all’improvvisa, cioè la facoltà di dare ogni volta l’impressione di dire cose nuove e pensate in quell’istante, qualsiasi altro espediente di sua conoscenza sarebbe risultato inutile.”

 


 

Il 31 maggio 2013, migliaia e migliaia di cittadini milanesi di tutte le età ed estrazione sociale sono accorsi al Teatro Strehler per rendere l’ultimo affettuosissimo omaggio a Franca Rame che, nella sua splendida “Lettera d’amore a Dario”, aveva scritto: «Penso anche al mio funerale e qui, sorrido. Donne, tante donne, tutte quelle che ho aiutato, che mi sono state vicino, amiche e anche nemiche…vestite di rosso che cantano ‘Bella ciao’».

È stato proprio così il tributo a un donna piena di gioia e di intelligente ironia.

Poche settimane fa mi son ritrovato a vedere, in televisione, una sua intervista. A un certo punto il cronista le aveva chiesto com’era stata la sua vita a fianco di Dario Fo. Lei aveva risposto: «I monumenti hanno sempre sotto un basamento», e poi era scoppiata in una di quelle sue risate solari e contagiose.

La nostra prossima stagione, che per simbolo ha un’eloquente scarpetta rossa, è dedicata e ispirata a lei, alla sua straordinaria capacità di unire satira, comicità e teatro popolare con l’impegno politico e sociale rivolto soprattutto alle persone più povere e umili.

A inaugurare e chiudere la stagione sarà “Coppia aperta, quasi spalancata” di cui, come ha detto scherzando Fo, «l’autrice unica è stata Franca. L’ho sempre tenuto nascosto per gelosia”, il lavoro forse di maggior successo della coppia, con più di seicento edizioni nel mondo.

In cartellone molte storie al femminile, spettacoli comici e d’impegno civile, tutti di drammaturgia contemporanea, con undici prime nazionali e tre prime milanesi.

Renato Sarti