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Tournée Tournée 17/18
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La molto tragica storia di Piramo e Tisbe che muoiono per amore – Tournée 2017/18

La molto tragica storia di Piramo e Tisbe che muoiono per amore – Tournée 2017/18

liberamente tratto dal Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare
testo e regia Renato Sarti
con Federica FabianiMilvys Lopez HomenMarta MarangoniRossana MolaElena Novoselova e Rufin Doh Zéyénouin
scene Carlo Sala
musiche Carlo Boccadoro
canzoni originali Cochi Ponzoni e Flavio Pirini
produzione Teatro della Cooperativa

Il leone non fa male, non è mica un animale, il leone è Pout Pourrì, più sfigata di così!

Quando si parla di comicità, spesso ci si dimentica del contributo fondamentale − per intelligenza e ironia − apportato da attrici del calibro di Franca Valeri, Franca Rame, Ave Ninchi e Tina Pica. Le tre scene degli artigiani che rappresentano la Tragedia di Piramo e Tisbe durante le nozze dei signori nel Sogno di una notte di mezza estate sono un appuntamento costante del teatro comico, e tanto più i maldestri interpreti della sgangherata compagnia amatoriale cercano di essere tragici e di commuovere il pubblico, quanto più esilarante è il risultato ottenuto. Alcuni anni fa misi in scena una personale versione del capolavoro di Shakespeare, in cui anche le scene dei comici furono reinventate. La sgangherata compagnia amatoriale non era composta da artigiani che facevano i mestieri tipici del tempo, come nel testo originale, ma dalle dipendenti di una moderna impresa di pulizie, tre delle quali straniere. Il desiderio di rivedere sul palco quello straordinario gruppo di attrici, affiancate dall’ivoriano Rufin Doh nei panni del loro datore di lavoro, e il successo a dir poco travolgente di quelle scene mi hanno convinto a presentarle, ampliate e rivedute, in uno spettacolo a sé stante. Nel momento in cui ho deciso di adattare questo testo ero conscio del rischio in cui potevo incorrere, ossia quello di attirarmi le più feroci critiche da parte degli addetti ai lavori e di quegli spettatori legati al testo originale da una sorta di rispetto reverenziale, e direi quasi devozionale. A sostenermi, però, c’era la convinzione che Shakespeare riusciva a coinvolgere il pubblico perché nelle sue opere non affrontava solo i grandi temi universali della vita e dell’uomo, ma anche perché parlava, in modo diretto e vivo, dei problemi legati al quotidiano. Quando questo non avviene, nel migliore dei casi si rischia di fare un “teatro museale”.

Renato Sarti

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