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STAGIONE 2023/24
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Ausmerzen, vite indegne di essere vissute | 20 feb – 3 marzo

Spettacolo in abbonamento

di Marco Paolini, Mario Paolini, Michela Signori, Giovanni De Martis
regia, scena e costumi Renato Sarti
con Renato Sarti e Barbara Apuzzo
assistenti alla regia Chicco Dossi
tecnica Vincenzo Pedata, Matias Ramisch, Davide Villa
si ringrazia Luca Bellè, Fabio Songa, Paolo Cattaneo, Salvatore Burruano, ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda
produzione Teatro della Cooperativa
ph. Barbara Rocca
SPETTACOLO INSERITO IN INVITO A TEATRO
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LE REPLICHE DI MER 21 E GIO 22 SONO ANNULLATE

 

 

 

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INAUGURAZIONE MOSTRA Pedra Zandegiacomo
In occasione del debutto dello spettacolo, martedì 20 febbraio inauguriamo la mostra della pittrice Pedra Zandegiacomo, nata a Trieste nel 1903. Donna per alcuni aspetti anticonformista, vive due conflitti mondiali, ma è soprattutto il conflitto interiore che la porterà a rendere più intensa la sua interpretazione artistica. Da un profondo disagio psichico (che la porterà ad entrare ed uscire dalla casa di cura San Giovanni) nasce la linfa espressiva con cui fa vivere i suoi personaggi, a volte con ironia, ma sempre in modo drammaticamente vero e profondo.
La mostra è visitabile gratuitamente in orario di biglietteria.

PILLOLE DI DIGNITÀ
In occasione del centenario della nascita di Franco Basaglia, a seguito delle repliche dello spettacolo Ausmerzen – vite indegne di essere vissute, il Teatro della Cooperativa propone un ricco calendario di brevi interventi per fare luce su alcuni temi legati alla disabilità e all’inclusione sociale.
SCOPRI QUI IL PROGRAMMA

Molti anni fa, a metà degli anni Novanta, mentre stavo preparando uno spettacolo sul lager della Risiera di San Sabba a Trieste, venni a conoscenza dell’Aktion Te Vier, l’Azione Ti Quattro, il primo sterminio di massa nazista: l’eliminazione di 70mila tedeschi fra malati mentali, portatori di handicap, disabili e bambini affetti da malformazioni. I cosiddetti fardelli inutili, i gusci vuoti.

Perché ne venni a conoscenza? Perché la stessa manovalanza, gli stessi squadroni di macellai della T4, che per la prima volta sperimentavano e facevano uso di tecniche che poi si sarebbero rivelate fondamentali per la Soluzione Finale, come le camere a gas, dopo aver sterminato circa due milioni di ebrei polacchi a Belzec, a Sobibor e a Treblinka, furono mandati a Trieste per gestire la Risiera di San Sabba.

Quando vidi Ausmerzen di Marco Paolini, che parlava di tutto quello che aveva determinato, preceduto e seguito la T4, rimasi colpito profondamente. Un autentico pugno allo stomaco.

Paolini, con profonda sapienza teatrale, fa comprendere in maniera limpida e cristallina come una nuova pseudoscienza, chiamata allora eugenetica, che perseguiva l’igiene razziale, con la sterilizzazione prima e l’eliminazione fisica dopo, fu uno degli elementi che favorirono la nascita del nazismo e non il contrario.

Il razzismo esisteva da sempre, ma alla fine dell’Ottocento trovava una conferma razionale per tutelare la “parte buona e sana” della popolazione. E i medici tedeschi, che vi aderirono in modo rilevante, non dovevano più curare, ma “difendere i geni sani” ed espellere i “deboli” e i “contaminatori della razza”.

Ma sarebbe troppo semplicistico limitarsi a dividere il mondo fra le povere vittime (Ballasexistenzen, esistenze zavorra) e i carnefici cattivi (i nazisti). La genesi del delirio della pura razza ariana e le conseguenze che ne derivarono sono più complesse e inquietanti. Conseguenze pesanti, perché con quelle idee, che hanno attecchito in profondità, che si sono incarnate e che non sono così facili da estirpare, ci ritroviamo a fare i conti ancora oggi molto, ma molto più di quanto si pensi o si possa immaginare.

L’11 marzo cadrà il centenario della nascita di Franco Basaglia, che non è stato soltanto colui che rivoluzionò la storia della psichiatria ma da giovanissimo era anche stato imprigionato per sei mesi, perché distribuiva volantini antifascisti. Per questa stagione, come direttore artistico, avevo pensato a qualche iniziativa dedicata al grande psichiatra veneziano e mi è venuto in mente Ausmerzen di Marco Paolini. Un testo straordinario con tutta una serie di rimandi strettamente legati alle problematiche riguardanti i temi della salute mentale. Quando l’ho chiamato per chiedergli se poteva portarlo da noi, dopo avermi comunicato che i suoi impegni glielo impedivano, mi ha proposto: «Perché non te lo fa ti? Me fido». Un’occasione che ho subito accettato al volo perché mi è sembrata davvero un’ottima opportunità per cimentarmi con uno dei suoi lavori più interessanti e profondi e per aggiungere un ulteriore tassello al mio percorso teatrale di ricerca, di studio e di approfondimento sui temi legati alla grande Storia del secolo passato e soprattutto alla Seconda Guerra Mondiale.

Al mio fianco sul palco ci sarà Barbara Apuzzo, attrice disabile, una cara amica, che ha frequentato il nostro teatro fin dagli inizi e che con la sua voce, il suo corpo e la sua presenza fisica renderà ancor più chiaro il messaggio di Ausmerzen.

Renato Sarti

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