Via Hermada, 8 – 20162 Milano -
di Renato Sarti
con Maddalena Crippa, Debora Villa, Rossana Mola
dal libro di Giuseppe Valota Dalla fabbrica ai lager
scena e costumi Carlo Sala
musiche Carlo Boccadoro
luci Claudio De Pace
progetto audio Luca De Marinis
dramaturg Marco Di Stefano
regia Renato Sarti
sostenuto da NEXT 2017/18 – Regione Lombardia
con il patrocinio di ANPI, Istituto Nazionale Ferruccio Parri e ISEC e dei comuni di Albiate, Bresso, Cinisello Balsamo, Monza e Muggiò
produzione Teatro della Cooperativa
con il sostegno di ANED
durata dello spettacolo 90 minuti
A causa degli scioperi che, a partire dal 1943 paralizzarono i grandi stabilimenti del Milanese – gli unici sotto Mussolini, i più grandi in Europa − le case operaie di Sesto San Giovanni, Milano, Cinisello e dei comuni limitrofi furono teatro di retate spietate. Centinaia di uomini furono sottratti ai propri affetti, costretti a vestirsi rapidamente per poi sparire. Scene che rimasero indelebili negli occhi di madri, mogli e figli. Cinquecentosettanta furono le persone deportate, più della metà non fece ritorno e per i sopravvissuti, e per i loro familiari, la vita non fu più la stessa.
Interpretato da uno straordinario trio di attrici − Maddalena Crippa, Debora Villa, Rossana Mola − e diretto da Renato Sarti, Matilde e il tram per San Vittore vuole mettere in luce il “non eroismo” di migliaia di uomini e donne che si opposero al fascismo e al nazismo pagando un caro prezzo. Lo fa attraverso le voci di quelle madri, mogli, sorelle e figlie che, dopo l’arresto dei propri uomini, si ritrovarono improvvisamente a gestire, da sole, un quotidiano di fame e miseria. Alla loro disperata ricerca, si precipitavano a San Vittore e in altri luoghi di detenzione di Milano, fra cui la sede della famigerata Legione Ettore Muti, un luogo di tortura che nel dopoguerra diventerà il Piccolo Teatro di Milano.
NOTE DI REGIA
Viviamo tempi veramente bui. Oltraggiare il ricordo di Anna Frank non è un fatto marginale ma la punta di un iceberg grande e inquietante. In tutto il mondo assistiamo al risorgere di pericolosi populismi, che fanno leva sugli istinti più beceri e viscerali, sulla xenofobia, sul razzismo e sulla paura dello straniero. Molti vorrebbero portare indietro le lancette della storia e in questa partita giocata contro l’oblio − lo sport nazionale più praticato − il Teatro della Cooperativa si schiera in modo inequivocabile per fare, come ha sempre fatto, la sua parte. E il modo migliore mi è sembrato quello di partire dalle donne, perché fin dalle tragedie greche (da “I sette a Tebe” a “Le troiane”) la loro voce è quella che meglio di ogni altra riesce a rievocare l’orrore della guerra, che sempre nuovo si ripete.
Il testo di Matilde e il tram per San Vittore è edito da Cue Press.
Per informazioni > distribuzione@teatrodellacooperativa.it
Applaudito per dieci minuti al Piccolo Teatro Studio tutto esaurito: “Matilde e il tram per San Vittore” di Renato Sarti, autore e regista sempre sensibile al tema della memoria, e con la partecipazione appassionata di Maddalena Crippa, Debora Villa e Rossana Mola in scena, racconta le storie di Ines, Nini e altre donne, mogli, fidanzate, operaie che tra il ’40 e il ’44 a Sesto videro i loro uomini deportati. Il prezzo pagato dalla lotta antifascista fu di 570 deportati di cui 233 morti. Il peso delle loro memorie è rivissuto in un lavoro di autentica passione civile. […]
In questa rubrica si parla di cultura forse senza sottolineare abbastanza quanto essa sia valorizzazione della memoria storica, la quale a sua volta non è solo ricordo ma materia viva, perché la narrazione storica ci dà le motivazioni contro la banalizzazione degli orrori. L’altra sera Sarti ha detto: «Facciamo sì che il Giorno della Memoria diventi 365 Giorni della Memoria ogni anno». Giusto: ecco perché ne scriviamo.
Non ho mai ritenuto facile coniugare il concetto di teatro civile con quello di buon teatro. “Matilde e il tram per San Vittore”, scritto e diretto da Renato Sarti e in scena al Teatro Studio Mariangela Melato, mi ha fatto ricredere. Matilde è teatro militante necessario. […] Il mondo portato in scena, senza retorica, da Renato Sarti è un mondo popolare, in cui si parla un ben studiato e indagato dialetto fuori porta, e in cui si consolidano, e in alcuni casi si scoprono, solidarietà e mutuo soccorso proletario. […] Il testo, di per sé importante, diventa buon teatro grazie a un allestimento registico e scenico che sfrutta con perizia ogni possibilità […]
Accanto a una, come di consueto per lei, precisa e puntuale Rossana Mola e a Maddalena Crippa […] si muove con estrema disinvoltura una efficace Debora Villa che si dimostra attrice completa e matura. […] Uno spettacolo che mi auguro venga ben presto ripreso dopo le repliche, tutte esaurite, al Teatro Studio. Da non perdere.
A narrare la Sesto degli scioperi e della Resistenza sono Maddalena Crippa, Rossana Mola e Debora Villa. Sarti deplora le lacrime facili, per questo predilige i comici […] “Matilde e il tram per San Vittore” nasce dalla passione di Sarti per la storia contemporanea.
[…] Crippa, Mola e Villa dominano la scena, emblemi di un’umanità coriacea, mai doma. Le tre attrici riempiono ogni centimetro di spazio: cercano nascondigli, trovano pertugi rischiarati dalle luci psicologiche di Claudio De Pace. Il pianista Carlo Boccadoro, a sua volta, centellina note meditative […]. È la cifra civile di Renato Sarti. La narrazione enumera fughe, arresti, percosse, torture, uccisioni; tuttavia non degenera nel patetico, non esaspera la violenza. Un equilibrio di fondo, un sorriso sornione, prevale su tutto.
A recita conclusa ci si sente interiormente commossi eppure con un forte senso di dignità addosso, col desiderio di prender esempio da quelle donne così tanto ben incarnate e tratteggiate dal terzetto di attrici […]. Al di là della bravura di queste interpreti, commosse loro stesse a conclusione della rappresentazione (da pelle d’oca per la platea, che non può rimanere indifferente e, fidatevi, non c’è retorica), “Matilde e il tram per San Vittore” è uno spettacolo che fa memoria di ciò che è stato. […] Da vedere per non dimenticare e per (re)imparare.
Inizia sui toni di un mefistofelico e poco fiabesco “C’era una volta” questo piccolo capolavoro firmato da Renato Sarti con un trio di magnifiche attrici quali Maddalena Crippa, Debora Villa, Rossana Mola. […] Il pubblico è letteralmente rapito dal racconto di questo spaccato di umanità sofferente. Uno spettacolo doveroso per la città di Milano, un capoluogo in continuo cambiamento, possibile solo con la conoscenza del passato.
A Sarti va il merito di aver messo in scena le tante storie di una stessa pagina, quella che visse Milano a cavallo tra il 1943 e l’Aprile del 1945.
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