Via Hermada, 8 – 20162 Milano -
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di e con Giulio Cavalli
fisarmonica Guido Baldoni
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La chiameremo disperanza. Non è una disperazione. Disperazione è una manifestazione incontrollata di tristezza e di rabbia, un crollo verticale che presume una soluzione implosiva o esplosiva, un sentimento insostenibile sul lungo periodo che porta alla rinascita o alla frantumazione. La disperanza invece ha un significato più tenue ma cronico, qualcosa che insopportabilmente diventa sopportabile per lunghi periodi, uno status che può rimanere appiccicato anche per vite intere.
I disperanti sono uomini e donne del nostro tempo, giovani che non si aspettano niente, che credono nell’occasione e non nell’opportunità, adulti che hanno reso le armi ma non possono permettersi di abbandonare la lotta, cittadini sempre in transito di una società che ci spinge a essere inevitabilmente ottimisti, positivi e performanti.
Disperante è Giulio Cavalli, che a partire dalla propria esperienza personale, affronta a cuore aperto un fenomeno unico del nostro tempo. È possibile individuare il momento in cui abbiamo perso la speranza? Quali sono i motivi, lavorativi, personali, di salute, politici che ce l’hanno fatta smarrire? Oggi si possono ancora dichiarare senza vergogna le nostre fragilità contro la retorica del superomismo?
Una cassetta degli attrezzi per continuare a sperare.
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