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Spettacoli prosa 16/17 Stagione 2016/17
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Mi sono fatto un film

Mi sono fatto un film

PRIMA NAZIONALE
produzione Teatro della Cooperativa
di Salvatore Burruano, Pasqualino ContiFerdinando Ferdinandi e Moro Mex
consulenza artistica Renato Sarti
con Pasqualino Conti

“A un certo momento della propria vita, quando si è avanti con gli anni, si capisce come la realtà sia infinitamente più fantastica delle opere di immaginazione.”

Lucio Colletti

Pasqualino Conti, artista e comico surreale, tra sogno e realtà, proiezione farsesca e affabulazione poetica, ci accompagna in un viaggio che è prologo e viatico a una nuova e diversa riscoperta e immagine del sé. “Separato” in casa, diviso tra le mille voci ed i tanti doppi che lo animano, tra interrogativi aperti, entusiasmi del momento e reticenze di comodo, Pasqualino è prigioniero e artefice di una fantasia di spettacolo e di vita da mettere finalmente in scena. Riuscirà a superare o realizzare un sogno che è al tempo stesso limite e risorsa, agognata conquista e tirannica chimera, pervicace ossessione e aspirazione ideale? Potrà tirarsi fuori dal tormentoso e inutile frastuono della vita moderna, da quel rumore assordante che intesse la frenetica esistenza di tutti? Le scuse e gli ostacoli non sono pochi. L’insistenza e la manipolazione edonistica della pubblicità, dei media e, talvolta, di un malinteso concetto di tradizione culturale, forti di una comune banalità e di un diffuso modello vocazionale; la solitudine mista a civile indifferenza propria delle nostre città, del nostro tempo, dei social network, luogo di una socialità illusoria, fittizia, a tratti parossistica; la paura di compromettersi, confrontarsi e fare i conti con una realtà sempre deprecabile, talvolta emendabile, ma mai eludibile.

In bilico tra clownerie e consapevolezza, immaginazione e biografia, lucida riflessione ed estro giocoso, Pasqualino Conti si farà interprete delle nostre fragilità e potenzialità di riscatto in una narrazione ai limiti del documentario, ma anche del racconto fantastico, dove i registri dialettali, la sensibilità e i linguaggi del comico, sottesi ad una persistente e morbosamente incalzante linea noir, si inoltreranno anche in territori amaramente tragici eppure reali nella loro aspra e conflittuale evidenza: dalla follia all’incomprensione, dall’egotismo alla malattia, dalla diffidenza al solipsismo, fino alle derive critiche ed esistenziali di certe decodifiche aberranti proprie dei nostri giorni.

A conclusione e ad inizio di tutto vale una considerazione del compianto filosofo Lucio Colletti: “A un certo momento della propria vita, quando si è avanti con gli anni, si capisce come la realtà sia infinitamente più fantastica delle opere di immaginazione”. Che sia ora di mettere mani e piedi nella realtà? Chiediamolo a Pasqualino, tra sogno e concretezza eroe dei due mondi.

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