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Da Costantino a Stalin – Lunedì 19 17:30

il "complesso del potere assoluto" in Europa

LUNEDÌ 19 NOVEMBRE  – ORE 17.30

Un incontro tra autori noti per l’impegno liberaldemocratico, quindi laico:

undialogo, una discussione, un dibattito aperto che prende spunto dal libro

DA COSTANTINO A STALIN
I
L “COMPLESSO DEL POTERE ASSOLUTO” IN EUROPA

di Mino Vianello

immagine vianello

INTRODUCE
Renato Sarti

MODERATORE
Giuseppe Di Leo (giornalista/Radio Radicale)

con Elisa Grimi, Mauro Magatti, Luigi Zoja

Incontro video trasmesso da Radio Radicale

 

Una linea divide l’Europa dalla Penisola Iberica agli Urali: quella dei popoli caduti nella rete tesa da Costantino nel 325 con il Concilio di Nicea e quella dei popoli cristianizzati dai seguaci di Ario, l’oppositore della tesi trinitaria.

I popoli che si trovano da una parte di questa linea sono quelli di fede cattolica e ortodossa, popoli in cui il culto della libertà, lo Stato di Diritto, il pluralismo religioso e politico, un vigoroso senso d’intraprendenza sul piano economico − in una parola i presupposti della liberaldemocrazia − non hanno profonde radici o non ne hanno per niente. Una parte essenziale dell’inconscio collettivo che li accomuna da un punto di vista psico-culturale e, quindi, forma mentis nel confronto con la realtà, è plasmato dalla costruzione politica teologico-dottrinale che risale appunto ai tempi di Costantino. Tutti i semi di progresso intellettuale, politico e sociale caduti in questa immensa rete nel corso dei secoli sono degenerati o, in ogni caso, hanno dovuto superare enormi difficoltà per sopravvivere (come si vede ancor oggi dalle rachitiche forme di democrazia − quando ce n’è una − che li caratterizzano).

 

I popoli che stanno dall’altra parte di questa linea sono quelli cristianizzati dai seguaci del vescovo Ario, l’antagonista della concezione trinitaria nella formulazione del Concilio Niceno voluto da Costantino come instrumentum regni e imposto per legge da Teodosio. Non è una coincidenza se una dozzina di secoli più tardi, con la Rivoluzione Protestante, questi rifiuteranno di fatto, anche se non formalmente, quell’impalcatura, ricollegandosi, coscienti o meno, all’ispirazione etica della tradizione ebraica originaria del Vangelo; l’apice si riscontrerà negli Stati Uniti d’America, dove esistono più di duecento denomination che si definiscono cristiane, le quali si riconoscono in modo attenuato o solo nominalmente nella Rivoluzione Protestante, mentre molte la rifiutano espressamente.

Sono i popoli che consideriamo progrediti, aperti, liberaldemocratici, caratterizzati dal dinamismo economico. Il che non significa che lì non si riscontrino comportamenti scorretti, soltanto che vengono intimamente riconosciuti come tali anche da chi li pratica, mentre nell’altro enclave non solo non sono oggetto di vergogna, ma spesso anche motivo di vanto.

Il libro esamina le conseguenze di questa divisione che, partendo dallo stravolgimento del Messaggio Evangelico a opera della Chiesa Cattolica, arriva fino allo stravolgimento delle intuizioni scientifiche di Marx nella Russia stalinista e post-stalinista.

 

Giuseppe Di Leo                  È giornalista e vaticanista di Radio Radicale, dove da dodici anni conduce la Rassegna Stampa Vaticana domenicale (la prima del genere in Europa), a cui si aggiungono trasmissioni di dibattito e presentazioni di libri e riviste. Ha scritto in passato per Il Foglio, Il Riformista, L’Espresso e QN (Il Giorno, Il Resto del Carlino e La Nazione). È commentatore per la Radio Svizzera e collabora per la rivista Nuova Storia Contemporanea.

Elisa Grimi                            Direttore esecutivo della European Society for Moral Philosophy, direttore della rivista internazionale di filosofia Philosophical News e project manager di Philojotter.com. Nel 2014 ha vinto il primo premio della Fondazione Paolo Michele Erede. Ha svolto attività di ricerca in molte università in Italia, Svizzera, Austria, Germania, Inghilterra, Francia e Stati Uniti.

Mauro Magatti                      Research fellow del Centre for ethics and culture della Notre Dame University e direttore dei centri di ricerca ARC Centre for the anthropology of religion and cultural change, insegna sociologia presso la UC di Milano, dove è stato preside dal 2006 al 2012. È editorialista del Corriere della Sera.

Renato Sarti                          Drammaturgo, regista e attore formatosi con Giorgio Strehler, nel 2002 fonda il Teatro della Cooperativa. Tra i suoi lavori I me ciamava per nome e Nome di battaglia Lia, rappresentati a Montecitorio, Muri e Gorla fermata Gorla con Giulia Lazzarini e Matilde e il tram per San Vittore con Maddalena Crippa.

Mino Vianello                       Professore emerito di Sociologia economica presso l’Università di Roma “La Sapienza”; Premio Descartes 2000 della Commissione Europea; visiting professor in università europee, americane e asiatiche; collaboratore del Mondo, Comunità, Il Ponte; direttore della Revue Internationale de Sociologie (1976-2005).

Luigi Zoja                              Psicoanalista di fama mondiale, ha lavorato a Zurigo, Milano, New York. È stato Presidente del CIPA (Centro Italiano di Psicologia Analitica) e poi della IAAP l’Associazione che raggruppa gli analisti junghiani nel mondo, di cui poi ha presieduto il Comitato Etico Internazionale. Docente presso il C.G. Jung Institut di Zurigo, presso l’Università dell’Insubria e attualmente presso l’Università di Macao.

Per info:

info@teatrodellacooperativa.it

Tel. 02.6420761

www.teatrodellacooperativa.it

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