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Otello Spritz

AL TEATRO FILODRAMMATICI DI MILANO

Otello Spritz

produzione Teatro della Cooperativa
con il sostegno di Regione Lombardia – Progetto NEXT 2012
da William Shakespeare
adattamento e regia Renato Sarti
in collaborazione con Bebo Storti
con Renato Sarti, Bebo Storti, Elèna Novoselova
scene e costumi Carlo Sala
musiche Carlo Boccadoro
disegno luci Claudio De Pace
Si ringrazia Piccolo Teatro di Milano

 

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BIGLIETTI AL PREZZO SPECIALE DI 11 EURO PER LE REPLICHE DELL’8 E DEL 9 MARZO.
TELEFONA AL 0236727550 OPPURE
INVIA UN’EMAIL CON OGGETTO COOPERATIVA A biglietteria@teatrofilodrammatici.eu

INFO E PRENOTAZIONI: 0236727550 - biglietteria@teatrofilodrammatici.eu

 

“Da quattro secoli mi danno della puttana e mi uccidono. È ora di piantarla!”

Bisogna lanciare un urlo potente che infranga le pareti del teatro, riecheggi nelle strade, nelle piazze e riesca a penetrare all’interno delle mura “amiche”, troppo spesso scenario di questi orrendi delitti. Da secoli l’uomo concepisce la donna come una sua proprietà, è ora di finirla. Il messaggio dev’essere chiaro e inequivocabile. Otello e Iago fanno parte della galleria dei villain shakespeariani al pari di Re Lear, Macbeth, Riccardo III, Tito Andronico e Amleto; padri ingrati, tiranni spietati, feroci assassini, figli incapaci. Emblema dello straniero che si è affermato con successo in una realtà diversa dalla sua, Otello, oltre a un ruolo di grande prestigio, è riuscito a conquistare anche il cuore della giovane e bella Desdemona, figlia di un oligarca russo padrone di mezza Venezia. Ex calciatore di fama mondiale convertito alla politica, lui, il Moro, milita in un partito vagamente xenofobo ed è diventato Presidente della Regione Veneto. Fra macchine di lusso, yacht, viaggi e party i due innamorati conducono una vita molto spumeggiante. Ma quella che sembrava essere una fiaba veramente spritz, a un certo punto si trasforma nella tragedia più cupa, perché nell’animo del “maschio” la violenza, come il magma in un vulcano apparentemente sopito, è sempre pronta a esplodere. In una riscrittura così concepita dell’Otello – assolutamente di parte –, il confine che separa la realtà dalla finzione non può che essere estremamente labile, perché solo così, forse, si può ottenere una reazione di autentico sdegno. È per questo che alle donne in sala, alla fine dello spettacolo, viene chiesto di prendere direttamente parte al “gioco al massacro” in atto.

Renato Sarti

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