Via Hermada, 8 – 20162 Milano -
di Dario Fo, Franca Rame
con Alessandra Faiella, Valerio Bongiorno
regia Renato Sarti
scene e costumi Carlo Sala
musiche Carlo Boccadoro
disegno luci Luca Grimaldi
produzione Teatro della Cooperativa
si ringraziano Lunatica Festival e Festival dei Tacchi
Dario Fo e Franca Rame hanno scritto “Coppia aperta, quasi spalancata” in un periodo in cui l’Italia, grazie ai movimenti di contestazione e soprattutto al contributo di quello femminista, subiva grandi mutamenti: venivano approvate fra l’altro le leggi sul divorzio, sull’aborto e sull’annullamento del delitto d’onore. Sono passati quarant’anni ma il loro testo è tutt’altro che superato, anche perché secoli di repressione e di machismo non spariscono al primo colpo di tosse e le conquiste civili vanno sempre difese. Lo spettacolo conserva intatta la sua attualità e porta il pubblico, soprattutto quello maschile, a riconoscersi nel personaggio in scena e a dire: “Caspita, ma quello sono io”. Bisogna però avere il coraggio di ammettere che quel tentativo fallimentare di coppia aperta, di “corna democratiche”, spesso nasceva dalla becera ipocrisia.
“Prima regola perché la coppia aperta funzioni, deve essere aperta da una parte sola: quella del maschio! Perché se la coppia aperta è aperta da tutte e due le parti ci sono le correnti d’aria!”
Mettere in scena oggi questo spettacolo significa non solo ricordare Franca Rame, una donna straordinaria che ha pagato fino in fondo le sue scelte, ma anche rendere omaggio alla sua intelligenza e al suo talento. Proprio perché il compito non è dei più semplici, ci siamo affidati alla bravura e alla verve di Alessandra Faiella, una delle regine del “far ridere facendo pensare”, erede di quella tradizione che ci ha regalato personaggi straordinari come Tina Pica, Ave Ninchi, Mariangela Melato e Franca Valeri.
Sul palco, accanto ad Alessandra, che ha avuto la fortuna di lavorare all’inizio della sua carriera proprio con la coppia Fo-Rame ne “Il Papa e la strega” e di ricevere il generoso aiuto di Franca per la messa in scena di “Sesso? Grazie, tanto per gradire!”, c’è un attore di lunga esperienza nel teatro comico come Valerio Bongiorno, capace di superare la caratterizzazione superficiale e di dare al ruolo del marito il giusto spessore.
La regia di Renato Sarti sa valorizzare i sincronismi perfetti di una macchina teatrale che prevede, fin dalla scrittura, il coinvolgimento del pubblico e che, in un susseguirsi continuo di dialoghi serrati, situazioni ai limiti del paradosso e colpi di scena tragicamente comici, parla delle dinamiche sentimentali presenti nelle coppie oggi come ieri. Lo spettacolo denuncia l’arretratezza emotiva, culturale e affettiva di certi uomini “sempre arrazzati” e soprattutto pronti a menar le mani, quando non a far di peggio, e valorizza la sensibilità e l’ironia di donne come Antonia, eroina di tutte le mogli tradite e trascurate, capace di dire: “Tutte ’ste storie di letto, letto, sempre letto! Con tutti i mobili che ci sono per casa…”.
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