Via Hermada, 8 – 20162 Milano -
un testo di Edoardo Erba
regia Serena Sinigaglia
con Arianna Scommegna e Mattia Fabris
scene Maria Spazzi
luci Roberto Innocenti
con la consulenza di Luca Mariani
co-produzione ATIR Teatro Ringhiera e Teatro Metastasio di Prato
con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia in Italia
È il 22 luglio 2011, in Norvegia. Anders Behring Breivik scatena l’inferno. Otto morti con un’autobomba a Oslo, un diversivo, e poi il vero obbiettivo: 69 ragazzi laburisti uccisi uno a uno nell’isola di Utøya, il ‘paradiso nordico’, sede storica dei campeggi estivi dei giovani socialisti di tutto il mondo. La narrazione restituita dai media fu distorta, faziosa e arbitraria: una delle tante tragedie causate da “pazzi” armati, come quelle che succedono spesso negli USA. Niente di più sbagliato. La strage fu pianificata per anni, con lucidità e coscienziosità al limite del maniacale, e non fu contro un obbiettivo a caso ma contro il cuore delle giovani “promesse” del socialismo europeo: una strage politica. “Utoya” è il tentativo di fare memoria e denuncia senza fare “teatro civile”, è a pieno titolo una tragedia contemporanea, perché quanto narrato è accaduto davvero. «Dopo il 1989 il mondo è diventato un posto molto più complicato da interpretare, e dopo il 2001 capire un evento è come entrare in un labirinto. Ciò che il Teatro, anzi la mia scrittura teatrale, può fare dentro questo labirinto è trovare dei personaggi che lo percorrano e che ce lo restituiscano attraverso il filtro della loro personalità e dei loro rapporti. Così con Arianna, Mattia, Serena e Luca, compagni in questa avventura, abbiamo scelto di tornare là, in Norvegia, quel terribile 22 luglio del 2011, a osservare tre coppie coinvolte in modo diverso in quello che stava accadendo. Attraverso di loro ho spalancato una finestra di riflessione, che se non ci da tutto il filo per uscire da quel labirinto, per lo meno a sprazzi, ne illumina alcune zone oscure con la luce della poesia».
Luca Mariani, giornalista parlamentare e autore del libro Il silenzio sugli innocenti che ripercorre gli avvenimenti della strage di Utoya, testo fondamentale per la realizzazione dell’opera teatrale, incontrerà il pubblico a seguito della replica sabato 27 maggio. Il suo saggio Rete nera. Non ci sono lupi solitari torna ancora una volta d’attualità, raccontando molto di una subcultura che fomenta odio e divisioni in Italia e nel mondo. Durante l’incontro con il pubblico saranno presenti anche gli interpreti Arianna Scommegna e Mattia Fabbris.
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