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Spettacoli prosa 14/15
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Il carnevale dei truffati 14/15

Il carnevale dei truffati 14/15

PRIMA NAZIONALE
produzione Teatro della Cooperativa
di Piero Colaprico
collaborazione drammaturgica Renato SartiBebo Storti
con Renato Sarti (nel ruolo di  Giuseppe Pinelli), Bebo Storti (nel ruolo di Luigi Calabresi)
in video Paolo Rossi (nel ruolo di Dio)
regia Renato Sarti
scene e costumi Carlo Sala

foto Marina Alessi

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Il destino può riservare strani incontri, come quello tra il commissario Luigi Calabresi e l’anarchico Giuseppe Pinelli, che nell’aldilà si trovano a camminare fianco a fianco. Un confronto surreale e grottesco a cui si aggiungono le voci, ora amare ora rassegnate, di altre vittime del terrorismo e della lotta armata.

Lo scenario cambia quando improvvisamente irrompe sulla scena, attraverso un singolare collegamento video, un dio ironico e anticonvenzionale, un vero e proprio deus ex machina impersonato da Paolo Rossi, che decide di rispedire questa strana coppia sulla terra, ai giorni nostri, a Milano.

I due vengono così a conoscenza di tutto ciò che è successo dalla loro morte, dal crollo del muro di Berlino all’avvento di Internet, dagli attacchi alle torri gemelle alla primavera araba; ma è soprattutto l’Italia di Silvio Berlusconi a stimolare le loro tragicomiche riflessioni su “chi eravamo” e su come sia stato possibile ritrovarsi in un mondo dove le barzellette sembrano contare più dei discorsi e dei valori.

Quando la giustizia non compie il suo corso, per nemesi storica, rimangono delle voragini che verranno inevitabilmente colmate in un modo non consono. A distanza di decenni le tante stragi italiane avvolte nel mistero – da Portella della Ginestra a piazza Fontana e piazza della Loggia, dall’Italicus a Ustica – creano reazioni forti, come se fossero avvenute ieri, tra chi le conosce e le ha patite. Sono piaghe sempre aperte, stigmate, che forse trovano alimento all’interno delle lacerazioni che ancora dominano il paese.

Mettere in scena un testo che ha per protagonisti personaggi come Pinelli e Calabresi fa tremare le vene ai polsi. Riteniamo però che sia necessario, non solo per dare spazio a ricordi che uniscono o dividono, non solo perché le loro tragedie reali mescolano da sempre umanità e politica, rancori e amori, ma perché siamo stanchi di finzioni e maschere al di fuori del teatro. Anzi, nell’ultimo ventennio è diventata più forte l’esigenza di un teatro che possa narrare la memoria diventata storia, e non abbiamo alcuna nostalgia (tutt’altro) di un periodo in cui lo scontro politico sconfinava nell’inconfessabile. Abbiamo soltanto cercato, anche attraverso il sorriso e i colpi di scena, di stabilire un contatto diretto fra quel passato, che troppi ignorano, o hanno dimenticato, o fingono di dimenticare, e questo presente che, anche se non lascia scie di morti, tra arroganza, mancanza di prospettive, rischia di fare male lo stesso, seminando indolenza e nichilismo.

si ringraziano
Paolo Foschini (per il prologo) – Salvatore Burruano – Mirco Segatto – Giovanni Freri – Roberto Assente – Valerio Bongiorno – Alex Cendron – Compagnia Vico Quarto Mazzini – Valentino Ghillini – Valentino Mannias – Marta Marangoni – Consuelo Mauri – Rossana Mola – Cristiano Volpi – Fabio Wolf

per le immagini
Agenzia Fotogramma e Agenzia Giancarlo De Bellis – Associazione Piazza Fontana 12 dicembre 1969 – Memoria Antifascista


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