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Guida estrema di puericultura

ovvero Sfasciare il bambino non vuol dire farlo a pezzi

Guida estrema di puericultura

di Angela Demattè e Francesca Sangalli
con Alex Cendron
regia e scene Renato Sarti
si ringrazia Giovio 15
durata spettacolo 65 minuti

PROGETTO DI SPETTACOLO FINALISTA DEL PREMIO “DANTE CAPPELLETTI”, VINCITORE DEL PREMIO “SPACCIATORI DI SOGNI” PRESSO OCA, OFFICINE CREATIVE ANSALDO

“Dorme il riccio là nella piana
dorme il talpino nella sua tana
dorme lo gnu, giù nell’Avana
dormi anche tu, porca puttana!”

La “Guida estrema di puericultura” si compone di aforismi crudeli sulle gioie del puerperio e arriva a trasformarsi in un folle monologo incarnato dalla figura di una morbosa puericultrice che tiene un’improbabile lezione internazionale sui temi della gravidanza e dell’allevamento dei neonati.
Lo spettacolo è uno sproloquio vitale e divertente, scritto a quattro mani da due mamme drammaturghe alle prese con i loro neonati. Si compone di consigli sulla nuova vita con il bebè, situazioni e scene che dissacrano la religiosa cura e delicatezza con cui viene normalmente trattato l’argomento.
La puericultrice è impersonata dall’istrionico Alex Cendron, che vi divertirà con i suoi consigli pratici, efficaci e intelligenti per affrontare tutti i momenti della vostra nuova vita da genitori. Perché un uomo a impersonare la puericultrice? Proprio per sottolineare il distacco incolmabile tra teoria e pratica, tra regola e imprevisto e per mostrare quanto spesso la manualistica e la specialistica dimentichino di tenere conto della vera essenza del femminile.
Uno spettacolo liberatorio per tutti coloro che hanno figli e un’occasione, per chi non ne ha, per ridere di tutti quei matti che si sono lanciati nell’avventura di avere un bambino.

“Immediatamente dopo la Seconda guerra mondiale l’Italia aveva il tasso di natività più alto d’Europa. Oggi siamo il fanalino di coda e il figlio unico è la regola. Questo è il fenomeno che più di ogni altro ha sconvolto la nostra vita. Nonostante sia molto comico, il testo offre una serie di riflessioni importanti sull’attesa, l’arrivo del bebè e su tutte le implicazioni familiari, affettive e anche economiche che questo comporta”.

Renato Sarti

Lo spettacolo è liberamente tratto dall’ebook “Sfasciare il bambino non vuol dire farlo a pezzi” di Francesca Sangalli.

Per informazioni > distribuzione@teatrodellacooperativa.it

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Rassegna Stampa

Davide Scaccianoce, MilanoTeatri.it, 13 maggio 2015
Lo spettacolo è una esilarante riflessione sulla mamma post moderna, in grado di curare la propria gravidanza e la propria creatura senza rinunciare a lavoro, hobby e posizione sociale. […] Grande ammirazione per Alex Cendron, interprete del personaggio femminile, reso con moltissime sfaccettature, dalle più realistiche a parossismi di rabbia e causticità risultando pur sempre spaventosamente verosimile. Da sottolineare inoltre la padronanza della parola e del ritmo con cui trascina tutta la sala nel riso più sfrenato. La regia di Renato Sarti lascia spazio al testo e riesce a far emergere molto bene il “marcio” appoggiato sul fondo. L’ultimo quadro, gustosamente brechtiano, è una pugnalata allo stomaco degli spettatori, ormai resi indifesi dalle risate, con una pungente riflessione sul clima “produttivo” e forse poco umano dei nostri giorni. Quindi se siete in dolce attesa o volete iniziare una gravidanza, ma anche se non ne avete la minima intenzione, passate a vedere questo gioiellino teatrale, sferzante e provocatorio, capace di lasciarvi il piacere della risata e qualche spunto di riflessione.
Francesco Mattana, SaltinAria.it, 16 maggio 2015
La puericultrice è una figura professionale utile, ma se prende il sopravvento diventa un incubo più che un ausilio. Le autrici hanno voluto raccontare questo incubo, e gli hanno dato il volto di Alex Cendron. […]Un talento nato, affinato in anni di studio e di permanenza sul palco, che si cala nei panni della raccapricciante frau con piena disinvoltura. […] è un mostro di bravura, […]sul finale si toglie la parrucca e si lancia in una interpretazione veramente da applausi, da stand-up comedian coi controfiocchi […].
Severino Colombo, Milanoperibambini.it, maggio 2015
Un generoso Alex Cendron regala una serata fuori dalla routine pappa-bagnetto-nanna. È un intrattenimento leggero a prova di sensi di colpa dei genitori più apprensivi […]. La visione vale una sorta di aggiornamento professionale per mamme e papà (crediti formativi per chi ancora non è nella categoria). Non bastasse il titolo a far capire il tono semiserio ci pensa il sottotitolo: “Sfasciare un bambino non vuol dire farlo a pezzi”. Che aggiunge una punta grottesca e surreale.
Filippo Quaranta, Breakaleg, maggio 2015
Alex Cendron, un po’ Merope Generosa e un po’ Mrs. Doubtfire. Irresistibile, la sua personaggia sciorina in un’ora e mezza tutto lo scibile della manualistica (inter)nazionale pediatrica, e si ascolta mentre lo fa, amandosi specialmente quando è costretta a dire le cose più sconvenienti, in un’altalena di finto perbenismo ed impertinenza costruita a tavolino. Ascolto d’un fiato le parole che escono senza sosta, incantato da tutte queste immagini che arrivano, una dopo l’altra.
Rossella Di Costanzo, Breakaleg, 14 giugno 2015
Ispirato alla quotidianità delle neomamme contemporanee, segnate dalla spinta al perfezionismo e all’iper-ottimizzazione tipiche dei nostri tempi, lo spettacolo ha un ottimo potenziale: sia sotto il profilo dell’intrattenimento, sia sotto quello della satira sociale […]. La riuscita finale sfrutta fino in fondo il testo, grazie all’efficace regia di Renato Sarti e soprattutto all’abilità di Cendron, che con generoso e infaticabile vigore dà ritmo, voce e mimica (spassosa) al suo personaggio, riuscendo in un sol colpo a scandire il copione e a lasciar leggere, tra le righe e senza forzature, il tortuoso vissuto della “puericultrice”. Con risate garantite fino al colpo di scena finale.