Via Hermada, 8 – 20162 Milano -

Presentazione stagione 22 | 23
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STAGIONE NIGUARDA

La nuova programmazione del Teatro della Cooperativa

STAGIONE NIGUARDA

Il Teatro della Cooperativa dedica la Stagione 2022/23 a Niguarda, combattivo quartiere della periferia milanese, che dal 2002 è sede della sala di Via Hermada. Un gesto che, nel centenario dell’annessione del piccolo borgo alla città di Milano, vuole ricordare un passato illustre, con un’attenzione particolare alla conservazione della Memoria Storica come chiave di lettura attraverso cui affrontare i fatti della contemporaneità, da sempre cari al teatro. Festeggeremo l’anniversario con tante iniziative legate al territorio, non per inseguire facili demagogie sulle periferie, ma per ribadire un percorso secolare di solidarietà, impegno civile, conquiste sociali e un processo di emancipazione in cui la cultura, l’arte, la musica e il teatro hanno avuto un ruolo fondamentale.

La Stagione 2022/23 del Teatro della Cooperativa delinea un fitto e variegato calendario, programmato da ottobre a giugno, in cui alla drammaturgia contemporanea, con un’attenzione particolare rivolta ad artisti emergenti e, soprattutto, al femminile, si affiancano spettacoli di stand up comedy e laboratori, senza tralasciare il teatro dedicato ai più piccoli.

Si apre con la ripresa di Gorla fermata Gorla (20 e 22 ottobre-evento speciale), un classico di Renato Sarti, per ricordare – oggi più che mai – che cos’è l’orrore della guerra tramite il bombardamento del 1944, in cui morirono 184 bambini della Scuola Elementare Francesco Crispi di Milano. Lo spettacolo vedrà il ritorno sul palco di via Hermada di una delle signore del nostro panorama teatrale, Giulia Lazzarini, affiancata da Federica Fabiani e Marta Marangoni.
Nello stesso solco si inserisce anche la nuova produzione, Ottobre 22 (28/30 ottobre e 3/13 novembre-prima nazionale), un progetto in cui Renato Sarti ha collaborato sia con Sergio Pierattini, autore del testo e con lo storico Mimmo Franzinelli per ricostruire, a cent’anni di distanza, le vicende che hanno portato alla Marcia su Roma e per cercare di comprendere come l’analisi di quell’evento possa in qualche maniera aiutarci a evitare pericolose derive antidemocratiche, che portano ad azioni squadristiche come l’assalto alla sede della CGIL a Roma dell’anno scorso.

Si procede con Giovinette – Le calciatrici che sfidarono il Duce (22/27 novembre-prima milanese), in cui un cast tutto al femminile, Federica Fabiani, Rossana Mola, Rita Pelusio, dirette da Laura Curino, racconta del GFC (Gruppo Femminile Calcistico), la prima squadra di calcio femminile italiana. Anche Matilde e il tram per San Vittore (24/29 gennaio), un altro lavoro scritto e diretto da Renato Sarti, che torna al Teatro della Cooperativa in una versione rinnovata dopo essere stata ospitata dal Piccolo Teatro, parla dell’importante ruolo delle donne nella resistenza.

Si rievoca la nostra storia più recente e contemporanea con Il rumore del silenzio (12/18 dicembre); Renato Sarti, che firma anche testo e regia, e Laura Curino danno vita alle storie delle famiglie delle vittime della strage di Piazza Fontana e a Licia Pinelli. Nell’occhio del labirinto, apologia di Enzo Tortora (31 gennaio/5 febbraio-prima nazionale), è scritto e diretto dal giovane emergente Chicco Dossi e interpretato da un altro giovane talentuoso, Simone Tudda, “segnalato” dal Premio Hystrio alla Vocazione 2021. Lo spettacolo ripercorre la tragica vicenda giudiziaria di Enzo Tortora.
Giulio Cavalli torna sul palco di Via Hermada con Falcone, Borsellino e le teste di minchia (Il ridicolo onore) (17/22 gennaio), un intreccio di stand up comedy e giullarata, a 30 anni dalle stragi di Capaci e di Via D’Amelio ricordiamo Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutti quelli che hanno spezzato le proprie vite a causa della lotta contro la mafia. Un carnevale per Sole e Baleno (21/26 febbraio-prima nazionale), di Marco Gobetti e interpretato da Laura Pozone e Simone Faloppa, racconta di due giovani attivisti No TAV morti “suicidi”; mentre Poco più di un fatto personale (2/6 maggio-prima milanese), di Chiara Boscaro e Marco Di Stefano, regia di Stefano Beghi, attraverso un viaggio a ritroso nell’adolescenza, un periodo fatto di sogni, speranze, ma anche di rabbia, paura e a volte violenza, ci narra delle Bestie di Satana.
Infine Utoya (23/28 maggio), scritto da Edoardo Erba e diretto da Serena Sinigaglia, con Arianna Scommegna e Mattia Fabris, porta in scena le storie di tre coppie a diverso titolo collegate alla strage avvenuta sull’omonima isola norvegese.

Altri spettacoli della nuova stagione affrontano temi d’attualità e questioni delicate, usando spesso l’arma dell’ironia e la leggerezza della comicità: riprendiamo LINE (3/12 marzo) di Israel Horovitz, uno spettacolo diretto ancora una volta da Renato Sarti, che porta fino all’estremo la competitività, cifra e piaga della società occidentale; torna Massimiliano Loizzi con il suo nuovo spettacolo The King, L’ultima notte del Re (16/20 novembre-prima nazionale), che mette in scena la sua personalissima versione del Riccardo III di William Shakespeare in una riflessione-verità in tempo di guerra; mentre Antonello Taurino in (s)PERMALOSO, Quattro risate matte sull’infertilità maschile (24 marzo/2 aprile-prima nazionale) affronta uno dei grandi tabù del mondo maschile, l’infertilità. Il Teatro della Cooperativa, come da tradizione, anche quest’anno ospiterà la comicità al femminile. Rivedremo Ippolita Baldini nel suo spettacolo ironico e brillante Una marchesa ad Assisi (12/21 maggio), Renata Ciaravino nella sua stand up comedy Sto da Dio (2 dicembre-evento speciale), Debora Villa che darà vita ad un laboratorio comico, Terapia di gruppo, di cui sarà protagonista con 4 appuntamenti (6 febbraio – 13 marzo – 17 aprile – 15 maggio/evento speciale), Lucia Vasini e Cinzia Marseglia in Mozart 90 in blu (14/19 marzo), storia di due donne, due attrici, due amiche, sull’orlo di una crisi di nervi.

Il comico sul palco di via Hermada non è mai semplice intrattenimento, ma capacità e forza della risata di far riflettere, pur affrontando temi scottanti e facendo luce sul nostro passato. Flavio Oreglio sarà protagonista di Alla ricerca del Cabaret Perduto (14/19 febbraio-prima nazionale), tornano i Duperdu e il loro teatro–canzone con il nuovo spettacolo L’altro Brassens, Le traduzioni improbabili (6/11 giugno-prima nazionale) e Alberto Patrucco, affiancato da due musicisti, sarà il mattatore di Abbrassens (12/16 aprile-prima nazionale), una performance tra parole e musica, racconti e canzoni, dove al serrato ritmo del monologo umoristico seguono la genialità e l’ironia senza eguali di Georges Brassens, in alcune sue canzoni mai tradotte in italiano prima d’ora. Infine, Valentina Mandruzzato, Francesca Zaira Tripaldi, Maria Luisa Zaltron con Tutto è Kabarett (26/30 aprile-prima milanese), scritto da Riccardo Tabilio, incarnano tutta la poliedricità espressiva delle artiste da Kabarett, cabaret alla tedesca, come Marlene Dietrich, Claire Waldoff, Anita Berber; mentre Nicola Vicidomini in Fauno (13/15 gennaio-evento speciale) si spingerà fino all’umorismo più estremo.

Tornano, non ultimi, dopo il successo delle stagioni passate, i burattini di Renato Sarti nelle Avventure di Arlecchino e Brighella (appuntamenti in via di definizione-evento speciale), 4 spettacoli dal bosco dei Giganti alla corte di Alì Bubù, passeranno per mille luoghi incantati dal lontano Oriente fin sulla Luna. In baracca due giovani attori di Niguarda, Lorenzo Falchi e Gabriele Vollaro.

Ma altri burattini saranno protagonisti della nuova stagione: con Lear e il suo matto (4/6 aprile-prima milanese) Luca Radaelli e Walter Broggini portano in scena uno spettacolo di figura che ci restituisce un classico shakespeariano riletto e riscritto in un linguaggio aperto a tutti, ma pensato per gli adulti.

Tra gli eventi speciali, infine, la lettura di brani tratti da La Piazzetta (date in via di definizione), a cura di Massimo Cecconi e con Silvano Piccardi; una raccolta di racconti, ambientati tra la fine dell’Ottocento e gli anni Sessanta del secolo scorso, che ruota attorno a un microcosmo milanese definito, appunto, La Piazzetta, anche se nella toponomastica cittadina tale non è. Un piccolo mondo, che attinge in parte alla memoria personale, ma, soprattutto, rimanda alla fantasia e alla memoria altrui.

 

 

 

 

 

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