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Trovata una sega!

Racconto su Livorno, Modigliani e "lo scherzo del secolo" dell'estate 1984

Trovata una sega!

scritto, diretto e interpretato da Antonello Taurino
luci Ornella Banfi
suono Ivan Garrisi
media partner Sky Arte
si ringraziano Comune di Livorno e Museo Civico Fattori

PREMIO CALANDRA 2017 insieme al PREMIO MIGLIOR REGIA e PREMIO GIURIA POPOLARE
SPETTACOLO SELEZIONATO per il FESTIVAL KILOWATT 2014 e per il FESTIVAL TRAMEDAUTORE 2015

È facile essere bravi con Black&Decker.

Quando il caso incatena gli eventi meglio di uno sceneggiatore hollywoodiano. Più di trent’anni dopo, il racconto per “Attore e Proiettore” sulla perfetta sequenza di eventi di quell’estate ’84. La leggenda la conoscevano tutti, a Livorno: nel 1909 Modigliani pare avesse gettato nel Fosso Reale alcune sue sculture, deluso per lo scherno di amici incompetenti che lo avevano deriso per quelle opere. Ma quando nel 1984, per celebrarne i cent’anni dalla nascita, il Comune (a latere di una mostra organizzata in suo onore) ne azzarda tra roventi polemiche il temerario recupero, avviene la pesca miracolosa di tre teste che porta davanti ai Fossi di Livorno le TV di tutto il mondo! E subito i maggiori critici d’arte non hanno dubbi a sancire: «Sono dei capolavori, sono di Modigliani!». Ma dopo un mese venne fuori che… non eran proprio di Modigliani…
L’invasamento collettivo nel cortocircuito vero-falso e il mistero di alcune morti mai chiarite. Tre studenti burloni e un pittore-portuale dalla vita maledetta. Uno spaccato sociologico sull’Italia d’allora e tantissima, memorabile, comicità involontaria: ecco gli ingredienti di quello che fu definito “lo scherzo del secolo”.
Protagonista assoluto di questa storia è il Caso, che infilò in quell’estate una successione di eventi fortuiti talmente meravigliosa che la drammaturgia è già perfetta di suo. Alcune coincidenze sono così incredibili che si stenta a crederci: da lì, l’idea dello spettacolo per “Attore e Proiettore”, quasi che le immagini dell’epoca testimoniassero della veridicità degli episodi raccontati.
Dal comico al drammatico, dalla farsa alla tragedia, nella galleria di personaggi non manca davvero nessuno. In più, quasi come in Romeo e Giulietta, questa storia è anche una specie di guerra tra vecchi e giovani. Per tutto questo, dal punto di vista attoriale, il lavoro si è indirizzato verso un divertito mimetismo di tutti i personaggi che l’hanno popolata, a partire dalla proposta della calda e caratteristica parlata livornese: per far emergere, a scopo comico o meno, l’umanità dei personaggi al di là del taglio documentaristico che a tratti lo spettacolo presenta.

 Per informazioni > distribuzione@teatrodellacooperativa.it

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Rassegna Stampa

Giovanni Nahmias, Stratagemmi.it

Tra gli applausi scroscianti Taurino scherza: “È la storia che è bella…”.

In effetti la storia è formidabile. Taurino però gli applausi se li merita tutti, perché la storia delle false teste di Modigliani, ripescate a Livorno nell’estate del 1984, ce la racconta in modo impeccabile, non tralasciando nessun dettaglio (anche perché ciascuno funziona come un fondamentale ingranaggio) e rendendo merito sempre al vero autore, il destino che, ci dice, “lavora come un grande sceneggiatore di Hollywood”.

Sì perché anche se questa storia è costata la carriera, la ragione e forse perfino la vita a qualcuno, tuttavia fa davvero ridere: per la ricchezza di colpi di scena (Taurino non se ne fa scappare uno e li gioca come gli assi a scopa d’assi), per la perfezione dei protagonisti – tutti giusti nel posto giusto al momento sbagliato – per la casualità che determina sviluppi a cascata.

Lo spettacolo di Taurino scava a fondo e per questo ha anche il grande pregio di far riflettere, e molto. La cecità ostinata di chi non ha voluto vedere quello che non voleva vedere, alla fine, ha il sapore amaro della tragedia classica.

 
Massimiliano Coralli, MilanoTeatri.it

“Non siete voi particolarmente intelligenti né io particolarmente bravo a raccontarla. È proprio questa storia che è fatta bene!” Taurino la racconta per un’ora e mezza senza respiro, in cui non si smette mai di ridere, interpretando tutti i personaggi di questa vicenda che dura più di un secolo, dalla nascita di Modigliani fino all’epilogo negli anni ’90 del secolo scorso.

Taurino rappresenta un autentico caso nel panorama teatrale italiano. La sua poliedricità si vede benissimo anche in questo “Trovata una sega!” in cui convivono meravigliosi momenti comici, gestiti con tempi e modalità pressoché perfetti, e ombre drammatiche o addirittura oscure. Momento clou dello spettacolo (da fare le capriole per le troppe risate, saltare e organizzare una “ola”) è senz’altro la presa in giro dei massimi critici d’arte. Andate a vederlo. E seguite con attenzione questo artista che, ne siamo certi, avrà ancora tanto da raccontarci.

Claudia Pinelli, Sonda Life

La storia della burla del ritrovamento a Livorno, nel 1984, delle false teste attribuite a Modigliani, diventa, grazie alla bravura di Antonello Taurino, un esilarante spettacolo teatrale, con risvolti dimenticati o inediti, in un intreccio che acquista notevole brio man mano che l’attore e autore (già noto per l’ottimo spettacolo sul mondo della scuola) conduce la narrazione.

Le parole vengono supportate da Taurino con documenti e filmati dell’epoca, l’attore riempie il palco con la sua fisicità ricreando situazioni, personaggi e dialoghi della gigantesca burla, opera di tre studenti ventenni e di uno scultore/portuale dalla breve intensa vita, che misero alla berlina il mondo della critica d’arte dell’epoca concorde nell’attribuzione al grande artista livornese delle tre teste. Taurino rivela retroscena poco conosciuti, entusiasma con la sua verve e tiene alta l’attenzione fino all’inaspettato finale.